"Il tempo dei rinvii è finito, adesso è il momento
di decidere", chiede il premier. La replica di Berlusconi: "Niente
diktat, ho il mandato di Forza Italia per trattare con Renzi"
Faccia a faccia mercoledì alle 18 tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi:
in agenda le riforme. "Il problema nel caso specifico della legge
elettorale non credo sia Berlusconi ma i suoi, i Brunetta, i Fitto", ha
spiegato il premier Renzi a "Porta a Porta". "Credo che Berlusconi
voglia fare l'accordo, conviene a tutti che le regole del gioco si
facciano insieme poi abbiamo idee diverse sulla giustizia, sul fisco",
ha poi aggiunto.
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sono arrivati vicino al punto di rottura. L'incontro di mercoledì alle 18 potrebbe saldare il patto del Nazareno o l'intesa sulle riforme salta.
Renzi: è il momento di decidere - "Il tempo dei rinvii è finito, adesso è il momento di decidere", è l'ultimatum del premier a pochi minuti dall'avvio del vertice di Fi. Per poi aggiungere di aver voluto fare lo "strappo" del ciclista in salita per chiudere la partita ed evitare che qualcuno insista a buttare la palla in tribuna. Legge elettorale, "impegno a finire il 31/12" - "L'impegno di maggioranza è finire entro il 31 dicembre la legge elettorale al Senato. Adesso corrano, facciano gli straordinari, lavorino sabato e domenica". Così Renzi martedì sera a Porta a Porta. "Entro l'anno bisogna completare anche legge di stabilità e riforma del mercato del lavoro. A gennaio la riforma costituzionale". Il Pd eleggerà il nuovo presidente della Repubblica con FI? "E' prematuro per dirlo ma il metodo che va utilizzato - a memoria ha funzionato solo per Cossiga e per Ciampi - è cercare la maggioranza più ampia possibile. E' il metodo migliore". Renzi: magari Napolitano ci stupisce e va avanti... - "Vediamo cosa accadrà, magari il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano stupirà e andrà avanti molto più di quello che pensa". "Minoranza Pd chiede sempre ma perso Congresso" "La minoranza Pd chiede sempre ma se si chiama minoranza c'è un motivo ed è perché ha perso. Non abbiamo fatto tutto questo lavoro per far scrivere la legge di stabilità a Fassina e quella del lavoro a Damiano", ha ricordato il premier.
Berlusconi respinge qualsiasi diktat nella riunione che suggella la pax con Raffaele Fitto e rilancia l'orgoglio di partito. Gli spazi per un accordo non sono dunque affatto chiusi. Ma la tensione è comunque alta, come dimostra il duello tra Renato Brunetta e Luca Lotti. "Se l'Italicum cambia, il patto non c'è più", spiega il capogruppo azzurro contro le modifiche introdotte alla riforma nel vertice di maggioranza di lunedì notte. "Se Brunetta esprime la posizione di Berlusconi, è inutile incontrarsi", è l'altola' del braccio destro del premier, Luca Lotti.
Il rinvio della calendarizzazione della riforma alla riunione della commissione Affari istituzionali del Senato fa capire come lo stallo della politica si riflette sui tempi del parlamento. Ed e' proprio questa situazione che Renzi è deciso a sbloccare: o Berlusconi condivide il nuovo Italicum, e soprattutto l'accelerazione che mira all'approvazione in aula al Senato a dicembre, o il leader Pd andrà avanti a maggioranza, anche cercando in commissione accordi con le altre opposizioni.
Soglia di sbarramento - I margini di trattativa rispetto all'accordo di maggioranza ci sono ancora. Sia sulla soglia di sbarramento al 3% sia sul rapporto tra eletti con le preferenze e capilista bloccati si può ancora discutere. Le uscite di fedelissimi renziani, come Ernesto Carbone, contro l'ipotesi dell'allargamento dei collegi è un messaggio cifrato a Fi che sul numero degli eletti blindati si può ancora discutere. Imprescindibile per il premier e' il premio di maggioranza alla lista.
"No ai diktat, sì al confronto per la governabilità", è la sintesi su cui Silvio Berlusconi ricompatta, dopo mesi di tensioni, Forza Italia e la fronda guidata da Raffaele Fitto. Un'unità interna che, invece, il leader Pd dovrà cercare di costruire mercoledì sera alla direzione dem. Dalla minoranza, chiarisce il ministro Maria Elena Boschi, "possono arrivare alcuni suggerimenti, ma non può essere la minoranza a decidere".
Berlusconi e la pace con Fitto - L'avvicinamento alle richieste di Fitto, la decisione di rilanciare insieme il partito e il via libera ad un'opposizione dura da parte di Forza Italia alle politiche economiche del governo ha consentito però a Berlusconi di rinsaldare l'asse con l'ex ministro che ha in dote una nutrita pattuglia di parlamentari a lui fedeli.
I due torneranno a vedersi la prossima settimana per mettere mano al restauro del partito.
Forza Italia unita - Il via libera di Fitto al documento approvato all'unanimità dal comitato di presidenza azzurro e' stato il segnale che ha permesso al Cavaliere di poter tornare a contare, almeno per il momento, su tutta la sua sua pattuglia di parlamentari. Sarà proprio forte del peso dei numeri ritornerà a palazzo Chigi per trattare con Matteo Renzi. Berlusconi ha fatto mettere in una nota il fatto che sia solo lui (insieme a Verdini e Gianni Letta) a discutere delle modifiche alla legge elettorale. Un messaggio a palazzo Chigi ma anche a quanti nel suo partito hanno esagerato nei toni, facendo delle dichiarazioni non in linea con il suo pensiero .
La convinzione di Berlusconi è che con Renzi si possa trovare un punto di caduta e che l'accordo di maggioranza non sia blindato. L'ipotesi di intesa è sull'innalzamento della soglia al 4% lasciando invariato il resto, a partire dal premio di maggioranza che per Renzi non è più negoziabile. Insomma piena disponbilità a non rompere l'accordo a patto che ci sia una discussione e non "diktat o imposizioni".
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