domenica 24 febbraio 2013

Forma della Terra secondo i popoli antichi?

Fin dall'alba della civiltà venivano narrate le storie più strabilianti sull'origine e sulla forma della Terra.
Gli antichi pensavano che l'estensione della Terra si limitasse a poco più della porzione di territorio che avevano esplorato. Per quanto riguarda la forma, istintivamente la credevano piatta, come una moneta. Qualcuno raccontava di aver navigato fino al bordo della moneta, il confine del mondo.
Gli Egizi si erano resi conto che gli oceani erano vastissimi e per questo elaborarono miti secondo i quali la Terra era in qualche modo emersa da un grande oceano primordiale. Secondo alcune cosmogonie orientali la Terra era il guscio di una immensa testuggine che emergeva dall'oceano.
In India e in Cina si credeva che tutto fosse nato da un grande Uovo Cosmico, in cui il nostro pianeta galleggiava come il tuorlo nell'albume. Presso diverse culture troviamo l'idea che l'universo fosse composto da due emisferi: uno era la volta del cielo, con il Sole e le stelle, l'altro era una grande conca d'acqua su cui fluttuavano le terre. I popoli del Mediterraneo ritenevano che il mondo finisse alle colonne d'Ercole, l'attuale stretto di Gibilterra.





 
 
 
I filosofi greci furono i primi a intuire che la Terra non fosse piatta e nel III secolo a. C., quando l'ipotesi della sfericità era ormai accettata, Eratostene era già in grado di misurare con discreta precisione la lunghezza del meridiano terrestre.
In epoca romana e in epoca cristiana queste teorie vennero dimenticate e la sfericità della Terra venne messa di nuovo in discussione. Persino alcuni fra i marinai che si avventurarono nell'Atlantico con Colombo (1492) temevano di precipitare "oltre il bordo". Soltanto nel Rinascimento, con la prima circumnavigazione del globo da parte di Magellano (1522) si ebbe la definitiva conferma della sfericità del pianeta.